Il grano Jervicella. Le origini.

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Il grano Jervicella. Le origini.

La signora Giulia Tentella Jervicella, 91 anni (classe 1926), nata a Monte Giberto, prima di 3 sorelle è la testimone  percorso di selezione e sperimentazione del padre Giuseppe Jervicella, per il grano tenero Jervicella. “ Si pensa” dice, “possa essere un incrocio naturale partito da un cespuglio che spiccava in un campo coltivato a Frassineto nella nostra tenuta di via Castelletta a Monte Giberto. Mio padre lo selezionò e lo sperimentò sul finire degli anni ’30, durante il periodo fascista, tanto che grazie a lui, Jervicella fu riconosciuto e iscritto all’Albo Nazionale dei Cereali dell’Istituto di Genetica “Nazareno Stampelli” di Roma. Una volta, racconta, mio padre mi fece persino scrivere una lettera a Mussolini per promuovere il nostro grano, tanta era la dedizione che lui aveva per questo cereale. La qualità dello Jervicella si rivelò subito eccellente, veniva falciato a mano dai mietitori e scoprimmo che si potevano utilizzare anche gli steli e la paglia per confezionare cappelli o oggetti per la casa. Certo, commenta, è un grano difficile da coltivare,la pianta raggiunge un’altezza considerevole ed è difficile da raccogliere per via del fusto, alto e sottile, che col vento si “corca” e con la pioggia si piega e si rovina. Rende meno rispetto ad altri grani ma è un prodotto straordinario e salutare.”
Signora Tentella Jervicella da cosa deriva la parola Jervicella e cosa significa? “Il grano porta il nome della mia famiglia, deriva quindi dal cognome di mio padre Giuseppe Jervicella e non ha niente a che vedere con quello che alcuni coltivatori sostenevano derivasse dal nome “jerva”, erba. E’ un grano originale autoctono,che non ha subito contaminazioni o ibridazioni, non è modificato geneticamente come la maggior parte dei cereali utilizzati negli ultimi anni, è digeribilissimo e povero di glutine.”

Utilizzatissimo anche nella produzione della pasta fresca.

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