La frittura di paranza

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La frittura di paranza

La frittura di paranza è una frittura di pesce piccoli taglio costituito in antichità dalle rimanenze di pesce di piccolo taglio come merluzzetti, trigliette, sogliole, alici, mazzoni, calamari, gamberi e cosi via e che i pescatori mangiavano per non buttar via.

Il nome paranza deriva dal nome data dai pescatori ad una piccola barca da pesca molto utilizzata nel sud-Italia.

Dopo aver accuratamente lavato e pulito ed asciugato alla meglio i pesciolini questi devono essere, prima di passare alla frittura, infarinati. Per realizzare una infarinatura perfetta la farina necessaria è pochissima, solo quella direttamente attaccata alla pelle.

Il segreto è non riempirli troppo di farina ma i pesciolini devono essere ricoperti solo da un leggero strato in modo che la frittura venga il più leggera possibile e che il sapore della farina stessa con l’olio non sovrasti il sapore del pesce.

 

 

 

Tempo di preparazione: 

Tempo di cottura: 

Tempo totale: 

Ingredienti per 4 persone

  • 1,6 kg di pesci di piccola taglia misti (triglie, alici, moletti, zanchette…)
  • farina speciale per fritture oppure farina 0
  • un litro (almeno) di olio di semi di arachide
  • sale e pepe q.b.
  • qualche fettina di limone

Preparazione

Lavare con cura tutti i tipi di pesce in acqua leggermente salata, i pesci devono essere eviscerati e privati della testa, a parte qualcuno, come le zanchette, che può essere lasciato intero.

Asciugarli bene con della carta assorbente.

Infarinare pochi pesci alla volta, quindi friggerli sempre pochi alla volta in un tegame capiente con l’olio bollente.

Scolarli man mano che si dorano esternamente con l’aiuto di una schiumarola, quindi appoggiarli su un foglio di carta assorbente, in modo da far scolare l’olio in eccesso.

Sistemare di sale solo al momento di portare in tavola e accompagnare con fette di limone.

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