A Napoli non è Natale senza il capitone

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A Napoli non è Natale senza il capitone

Il Capitone è il classico pesce della tradizione culinaria natalizia napoletana. In ogni casa ed in ogni famiglia a Natale non manca mai il Capitone.  Si sa che il popolo napoletano è particolarmente attento alla supertizione e lo mangia per allontanare la cattiva sorte esorcizzando l’antico serpente simbolo del male.

La differenza sostanziale tra il Capitone e l’Anguilla è solo una questione di sesso: infatti entrambi appartengono alla stessa specie della famiglia Anguillidae (dal latino anguilla, anguis, serpente) un pesce teleosteo caratterizzato da ossa e da un corpo cilindrico a forma di serpente, dove per Anguilla si indica il maschio della specie detto “ceca” di dimensioni ridotte mentre per Capitone (dal latino caput, testa) si intende la femmina della stessa varietà che può mutare di lunghezza e superare il metro e mezzo.
Questo pesce dalle origini misteriose può sopravvivere sia in acque dolci che in acque salmastre restando nel luogo prescelto fino a oltre i 50 anni; è capace di resistere fuori dall’acqua circa 48 ore. A Napoli, la tradizione culinaria impone che a Natale il Capitone non deve mai mancare sulla tavola di amici e parenti, fritto come vuole la ricetta e servito con un buon vino. Mangiato più per scaramanzia per che per devozione, aiuta a scacciare la cattiva sorte.
Il Capitone si scrive al maschile ma si traduce in femminile; un’altro spunto che lo accosta alla città partenopea densa di antichi culti pagani rivolti alla fertilità.

Il Capitone è ottimo fritto, marinato o anche alla griglia.

La tradizione del Capitone a Napoli prevede diverse possibilità di preparazione. Noi vi proponiamo la ricetta del Capitone alla griglia, per la quale occorrono pochi ingredienti: 1 capitone grosso, 10 foglie di lauro,  2 misurini olio extravergine di oliva, 1 tazzina aceto, 2 spicchi aglio,  2 rametti di prezzemolo e pepe.

Per prepararlo vi basta seguire poche e semplici mosse.

Fare due incisioni sotto la testa del capitone e tirare la pelle fino a toglierla del tutto. Metterlo a marinare per un’ora in una zuppiera con del pepe, metà dell’aceto e 6 foglie di lauro.

Legare il capitone allo spiedo insieme anche alle restati foglie di lauro, e cuocerlo alla griglia lentamente. Bagnare di frequente il pesce con la foglia di prezzemolo intinta in un battuto di olio con il restante aceto. Al termine della cottura servire il capitone spolverizzato con un trito di prezzemolo.

In questo modo il pesce perderà anche un po’ del grasso di cui è caratterizzato e potrà essere assaggiato da tutti i commensali non risultando affatto pesante. Che cosa ne pensate di questa ricetta? Voi come siete soliti prepararlo?

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