La pizza Margherita, storia della pizza più amata al mondo

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La pizza Margherita, storia della pizza più amata al mondo

“La regina delle pizze”. Così è soprannominata la Margherita, considerata in tutto il mondo il la pizza per eccellenza. Tante le versioni della vera storia di questa magnifica pizza e tante sono difficili da ricostruire.

Certo è che il fatto che sia stata attribuita ad un omaggio di un pizzaiolo napoletano alla regina Margherita risulta allo stato essere una ipotesi non accreditata. Addirittura una pizzeria di Napoli in Via Chiaia ha apposto una targa che racconta questa vicenda dalla storia con molte ombre attribuendo a se l’invenzione.

Il nome della pizza Margherita,

In tutti i casi la storia più famosa è questa: il 21 maggio 1889 il re Umberto I e la regina Margherita di Savoia si recarono a Napoli e soggiornarono alla reggia di Capodimonte.

Certo è che la regina Margherita non potendosi recare personalmente nella pizzeria chiamò a corte il pizzaiolo Raffaele Esposito.  Si pensa che fosse stato convocato a corte perchè il pizzaiolo più famoso di Napoli.

Esposito si recò alla reggia con la moglie Maria Giovanna Brandi, anche lei figlia di pizzaioli. Lì cucinò tre pizze che presentò alla regina: una con olio, formaggio e basilico (versione rivisitata della mastunicola, la pizza più famosa all’epoca); un’altra con i cecenielli; e un’altra ancora con pomodoro e mozzarella, a cui la moglie aggiunse una foglia di basilico. Pare che la regina apprezzò particolarmente quest’ultima per il sapore, ma soprattutto per i colori che le ricordavano la bandiera italiana. Incuriosita, chiese come si chiama, ed Esposito annunciò “Margherita”, in suo onore.

Il giorno dopo Camillo Galli, capo dei servizi di tavola della Real Casa, inviò a Esposito una nota di ringraziamento da parte della regina. Quella nota è ancora oggi appesa al muro, incorniciata e con tanto di sigillo reale, nella pizzeria che oggi chiamiamo Brandi, rilevata negli anni ‘30 dai figli del cognato di Esposito.

La ricetta della Margherita già esisteva da tempo

Il meridionalista Angelo Forgione, che sul suo blog e nel libro “Made in Naples”, riporta un passaggio tratto dall’opera Usi e Costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti, curato da Francesco de Bourcard. Nel capitolo “Il pizzajolo“, scritto dal filologo napoletano Emmanuele Rocco, c’è un elenco di ingredienti che di solito si aggiungono a pizze condite con strutto, formaggio e basilico (la mastunicola, sempre): “[si aggiungono] delle sottili fette di mozzarella. Talora si fa uso di prosciutto affettato, pomidoro, arselle, ecc.

La data di nascita della pizza Margherita viene quindi fatta risalire a quasi un secolo prima. Ma da cosa si è ricavato questo lasso di tempo?

Lo spiega Antonio Pace, presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, una delle due associazioni (l’altra è l’Associazione Pizzaioli Napoletani) che ha stilato il testo presentato alla UE.

Pace rimanderebbe alla fonte più antica che sia stata trovata della rappresentazione di una pizza Margherita, che sarebbe quella di un acquerello dell’epoca battuto all’asta da Sotheby’s. Purtroppo non siamo stati capaci di trovare ulteriori informazioni in merito. Ma Pace specifica comunque che si tratta solo di una raffigurazione, e il nome Margherita non lo troviamo accreditato da nessuna parte all’epoca.

Sarebbe quindi davvero di Raffaele Esposito il merito di aver popolarizzato quel particolare abbinamento intitolandolo alla regina e favorire così le vendite della pizza più famosa.

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